Ci sono vuoti che non seguono le stagioni: si limitano a cambiare forma.
Il tempo dentro è un’opera che attraversa le stanze più intime dell’esistenza, inseguendo emozioni, dolori e nostalgie lungo l’arco dell’anno. Quattro stagioni, quattro sezioni, un’unica voce che si fa narrazione, poesia, frammento di memoria, e che trasforma in parole le crepe del quotidiano.
Con uno sguardo autentico e disarmante, Brunilde Alchieri dà vita a personaggi che portano sul corpo e nell’anima i segni della fatica di vivere: amori che si sfibrano, promesse non mantenute, ma anche lo stupore ostinato di chi continua a guardare la bellezza, nonostante tutto.
Non c’è artificio nella scrittura: c’è carne, sudore, silenzio. Il tempo scorre e non consola, ma permette – a volte – di accettare, di respirare, di tenere stretti i legami, anche quando sembrano disfarsi.
Un libro che non chiede di essere capito, ma abitato. Da chi ha avuto paura. Da chi ha guardato in faccia le proprie fragilità. Da chi ha sentito il bisogno di restare, o quello di fuggire.
Un canto gentile e ruvido, che accoglie il lettore nella vulnerabilità condivisa del vivere.
Brunilde nasce nel 1999 a Genova. Dopo i primi anni trascorsi al mare, si trasferisce con la famiglia in un piccolo paese delle Langhe, dove passa l’adolescenza ascoltando i dischi dei Genesis e degli Uriah Heep e consegue la maturità classica. Terminato il liceo, si iscrive a Medicina e attualmente esercita da dottoressa a Torino.
Scrive da sempre: inizia a pubblicare racconti sul suo profilo Instagram durante la quarantena Covid-19.
Questa è la sua prima raccolta cartacea.



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