“Parlate italiano?… Siete italiani?…” Giorgio si fermò voltandosi a destra; Breviglieri fece un passo avanti, ma con la coda dell’occhio capì e avvertì la voce che ripeteva: “Parlate italiano?”
“Certo, siamo italiani” disse Giorgio e alzò lo sguardo sulla ragazza. Così cominciarono “i giorni felici” a New York sulla 46a Strada. “Mi chiamo Elizabeth” disse e noi ci guardammo perplessi.
Giorgio del Piano e Daniele Breviglieri dovevano raccogliere dalla esperienza negli Usa i segreti della tecnologia e come si sopravvive nel mondo degli “squali”, già, gli squali come li avevano ironicamente qualificati i colleghi italiani che macinavano solo perdite e debiti.
Erano due giovani ingegneri, pieni di entusiasmo; avrebbero rovesciato il mondo ma era difficile iniziare da una studentessa della Università della Columbia che in seguito si sarebbe mostrata parte organica del “pianeta”. Le sorprese si infittirono, prima sfumarono le ironie e a cascata la curiosità di confrontarsi sulle piccole scelte della vita nell’involucro delle passioni. Hyde ti avrebbe chiesto: “Sai vivere dove tutti i giorni migliaia di volti affaccendati ti passano davanti senza vederti?”… e tu avresti replicato, per distinguerti: “che rapporto puoi avere col denaro simbolo primario della loro esistenza?”
Hyde, riflettiamo sul pianeta: le università in questo paese scavano dappertutto, i teatri tengono in cartellone Caligola per settimane e nel Village c’è musica, la satira arde di furori e le gag fiumi di lacrimoni. Poi le passioni e il governo dei fragili perché dentro, Elizabeth crede e dubita, Maureen è donna che con i desideri giunge sulla soglia, ma il pianeta, alle pulsioni travolgenti, pone un limite con lo scudo di Aiace!
Venti anni dopo esce dall’ombra Charles, pareva il più debole, credeva nel futuro – diceva “verranno” – il pianeta sarà spinto a riconoscere per la sua natura di moltiplicare il profitto, prima una presidenza di colore… e nell’ombra ci saranno molte altre novità.
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