Un vecchio cimitero è uno scrigno di storie. Tombe e cimeli abbandonati da secoli su cui la natura, anno dopo anno, riprende il possesso, custodendo per generazioni segreti rubati all’incedere del tempo. In un tiepido pomeriggio di maggio, alcuni ragazzi stanno rovistando tra tombe divelte per bonificare un piccolo cimitero e all’improvviso, liberata dalla vegetazione, torna alla luce una vecchia lastra che riporta un’iscrizione: “Pietro Mazza, Napoliòn 17691835, trabuccatore”. La parola “Napoliòn” accende la fantasia dei ragazzi. Si trattava forse di un soprannome, come era usanza nella zona, e “trabuccatore” cosa significava? Da qui prende avvio la storia che ripercorre la biografia di questo misterioso personaggio, raccontandoci allo stesso tempo uno spaccato di vita della Val Bormida e del nostro Paese tra Settecento e Ottocento, facendo riferimento a storie, racconti, testimonianze dirette e documenti.
“Ora, armato di fantasia, provi il lettore a far ancora respirare a Pietro Mazza l’umido marino della nostra valle, oggi così lontana dall’infausto periodo in cui il numero dei morti per fame superò di gran lunga quello dei trapassati sotto il filo delle baionettes francesi.”
Natale Rubino è nato a Saliceto (CN) nel 1942. Attualmente è in pensione dopo aver svolto la professione di insegnante di educazione tecnica e l’attività part-time di libero professionista. Padre di tre figli e nonno di cinque nipoti, ha già scritto alcuni racconti a sfondo storico-sociale.
Giuseppina Boffano –
Giuseppina Boffano
In Napoliòn ho trovato favolose e minuziose descrizioni con aggettivi incalzanti, tali da far sfilare personaggi come in un Film. Pietro,personaggio principale, viaggia in una natura cangiante, ora fra i boschi piemontesi in notti rischiarate dalla luna, ora in Liguria fra rosmarini lecci e mare, ora in Francia fra le saline. Pietro mi ricorda un po’ Agostino (Malora di B. Fenoglio)… colpito sempre dalla cattiva sorte… sino dalla nascita con brevi sprazzi di gioia e di luce. Le donne sono descritte con molta delicatezza anche se in situazioni particolari. Il contesto storico geografico è preciso e corrispondente alla realtà. In questo “canovaccio” viaggiano i vari personaggi: semplici, grezzi come il carrettiere, burrosa come l’ostessa.Tutti trasmettono emozioni e sentimenti e fanno viaggiare il lettore. Pare di assistere a scene teatrali. Lo scrittore e lettore sono sempre in connessione. Un riguardo merita il lessico ricco di espressioni dialettali che definiscono soprattutto oggetti e mestieri d’epoca.