A un ingegnere spaziale disoccupato viene assegnato il numero di matricola A1-022 poco prima di esser gettato negli abissi dello spaziotempo, in compagnia del suo cane, per mano di scienziati senza scrupoli intenti a sperimentare il loro nuovo macchinario. La risalita delle acque del tempo non avviene senza imprevisti né senza cambiamenti importanti di prospettiva. Lungo questa avventura incontra Staceppe, un intelligentissimo Neanderthal, e Sparagna, una giovane Armena in fuga dalle costrizioni dello hieròs gamos, stringendo legami con una serie di personaggi con cui inevitabilmente viene a contatto. Nello sfondo un potente impero andava formandosi per mano di Ciro il Grande, personaggio certamente illuminato ma altrettanto sanguinario. La rocambolesca fuga dai territori in guerra farà dimenticare il dramma della mancanza di lavoro, che viene invece usato come anno zero durante tutta la narrazione. I dialoghi vengono usati come pretesti per toccare argomenti di varia natura, investigazioni filosofiche, biologiche e cosmologiche, ecologia e voli pindarici. Il romanzo si chiude con il tentativo di garantire l’immortalità alle dialettiche interiori di una gioventù, quella cresciuta tra gli anni ‘90 e i 2000, che ha visto la normalizzazione della guerra, della recessione economica e lavorativa, della morte degli idealismi.
Alan D’Onofrio, nato a Roma nel 1980, è appassionato di fisica e astronomia fin dalla tenera età. Mentre studia ingegneria Aerospaziale, lavora come consulente informatico, disegna fumetti e scrive storie brevi. Dopo la laurea del 2011 inizia la sua carriera di ingegnere spaziale, e nel 2013 si trasferisce in Olanda per lavorare nell’Agenzia Spaziale Europea, alla guida della campagna di integrazione e test dei satelliti GPS Europei Galileo. Al termine del progetto, rimane stabilmente in ESA nella realizzazione di satelliti scientifici (Solar Orbiter, XRISM, MMX, Roman Space Telescope, PLATO).
MartinaD –
Racconto lungo d’esordio per l’autore, che è un ingegnere spaziale proprio come il protagonista della storia. Con uno stile frizzante e moderno Alan D’Onofrio ci guida attraverso lo spaziotempo strizzando continuamente l’occhio alla generazione Y con questo racconto avvincente e che mi ha sinceramente divertito molto, perfetto per quelle pause sotto all’ombrellone tra un tuffo a bomba e la leggendaria combo birra più calippo. L’autore, da buon millennial, ci racconta tramite dialoghi e vicende surreali le inquietudini e le problematiche di una generazione, calandole all’interno di una storia racambolesca e fantascientifica in cui i riferimenti pop sono numerosissimi, così come le note scientifiche, storiche e filosofiche che consiglio assolutamente di non perdere perché… non sono le solite note a pié di pagina. Non spoilero. Si coglie una spiccata vena umoristica che rende la storia molto godibile e adatta letteralmente a qualsiasi tipo di pubblico, in quanto sa essere leggera ma condita di disquisizioni accattivanti che ti incollano al libro. 300 pagine che scorrono che è una meraviglia e invogliano il lettore a proseguire per sapere come andrà a finire. Per me, un libro di narrativa ottimo che fa ben sperare nei prossimi lavori dell’autore. Il potenziale c’è, ed è enorme.