Ida Maria Manara fa rivivere tra le pagine di questo libro i ricordi della sua infanzia e della prima giovinezza, quelli che hanno definito la sua identità e il mondo che la circondava. La memoria, “come un pozzo”, li riporta a galla, anche se la vita ha condotto l’autrice lontana dalla sua solida terra d’origine, da Figino Serenza (in Brianza), all’affascinante Sicilia (ad Aci Castello). Impossibile dimenticare le proprie radici, gli affetti cari e i luoghi attraversati, le tradizioni e i costumi, gli aneddoti bizzarri e le monellerie, i profumi e i sapori che emergono da racconti dolci, simpatici o che stimolano la riflessione. Impossibile anche cancellare dalla memoria l’orrore della seconda guerra mondiale, la paura, la fame e il freddo.
Con il cuore colorato dalle sfumature verdi della sua Brianza del passato e da quelle azzurre della Sicilia del presente, l’autrice descrive intensamente ciò che i suoi occhi di bambina hanno osservato, l’amore per i suoi genitori, per un’amica speciale, per la sua “Isola Felice”, per un’epoca in cui si era più ricchi pur essendo poveri e in cui vi era una forte speranza del futuro. L’opera è una preziosa testimonianza per tutti i lettori e un dono speciale per la famiglia di Ida Maria.
Ida Maria (Duccia) Manara è nata a Figino Serenza (Como) nel 1931. Ha trascorso una vita dedita interamente alla famiglia. Ha seguito il marito nei suoi spostamenti di lavoro da Villadossola a Napoli, fino a Catania. Condividendo le stesse passioni per la natura, insieme, hanno educato i figli a rispettarla e amarla. Appassionata delle bellezze e delle ricchezze italiane, ha deciso di scrivere le emozioni e i ricordi che scaturiscono alla loro vista.
Gabriella Saretto –
Ogni famiglia dovrebbe essere dotata di una piccola “cronaca familiare “. E non solo familiare. In realtà ogni microcosmo di relazioni- che sia anche un gruppo di amici, colleghi, soci di un circolo- avrebbe bisogno di qualcuno che si prenda la briga di fermare qualche appunto, di fermare su carta il ricordo, di annotare le sensazioni e le emozioni condivise nel tempo. Perché quei fatti, quelle memorie sono fondanti, sono ciò che crea, unisce e consolida il gruppo. È proprio questa la magia che ha saputo creare Ida Maria Manara con il suo libro “I ricordi della mamma “.Un libro denso di memorie, in cui il lettore si immerge, condividendone le emozioni.
La lettura è piacevole, spesso anche divertente per la freschezza, per la cultura, a volte per l’arguzia dell’autrice. L’aggettivazione ricca e colorata, che accompagna i sostantivi, rende le immagini descritte piene di vita. Il racconto dei ricordi, a volte con un un andamento felliniano, coinvolge il lettore a tal punto che si entra nella pagina come protagonista. La scrittura è brillante e si legge in un fiato
angelo nobis –
I ricordi, suscitati da situazioni “attuali”, sono commoventi, alcuni, e non trascendono mai nel lacrimoso; altri sono permeati da un umorismo contenuto e raffinato per una ironia leggera e ben dosata, così da essere anch’essi commoventi, come “Gli stivali”.
La narrazione è chiara e coinvolgente, la prosa scorrevole è fresca ed efficace. Alcuni passi, brevi ed intensi, tra i “flashes”, sono autentiche liriche.
La Storia, che fa da quinta alle vicende narrate, con gli eventi del Fascismo, della guerra, dell’immediato dopoguerra, si rivela un racconto parallelo intrecciato a quello dei ricordi. La quotidianità di quel periodo è ben rappresentata e se ne riceve un quadro lucido delle difficoltà, delle gioie, dei dolori della gente, senza cadere nel retorico.
I primi due titoli, “La memoria” e “Sensazioni d’Infanzia” sono da considerare come una prefazione, che coinvolge ancora prima di iniziare la lettura dei ricordi.
Un libro i cui capitoli sono come le ciliege, uno tira l’altro; un libro che non si smetterebbe di leggere prima di arrivare all’ultima pagina.
Annamaria Bellesi –
Il libro si può leggere in ordine dalla prima pagina, oppure aprendo le pagine casualmente, ma il piacere e l’emozione della lettura non cambiano, e terminato un episodio non si può fare a meno di passare al successivo, o riaprire il testo a caso.
La prosa è gradevole e il periodare facile da comprendere, ma non elementare.
La narrazione è altrettanto efficace nel richiamare i ricordi dolci e quelli drammatici, non attingendo nel primo caso al mieloso e ad un linguaggio crudo nel secondo.
I ricordi sono un patrimonio di ogni famiglia, ma sono pochi gli autori che,come “Duccia”, sono in grado di appassionare il lettore, trasformando il testo stampato in una galleria di fotografie.
Andrea Freschi –
Sono nitidi ricordi che si traducono in fotografie e scene di un passato di un’Italia oggi del tutto trasformata. Ambientato nella Brianza nel decennio tra il 35 e il 45 del secolo scorso, metà del quale insanguinato dalla seconda guerra mondiale, prende spunto dai ricordi di bambina dell’autrice, oggi ultra novantenne, che ce li propone con una scrittura piana e chiara nella quale incide con l’ironia ma anche con la commozione per una vita e una società che non c’è più. Ovviamente per un bambino le figure dei genitori sono centrali e qui, con la lente delle diverse visioni politiche, lui fascista lei socialista, sono descritte le vicende dell’epoca con lo sguardo che non si lascia offuscare dall’amore filiale. L’Autrice riporta il proprio personale ricordo che, come spesso accade nelle narrazioni ben scritte, allarga il proprio valore ad una sfera più ampia di quella strettamente personale.
daniele cesari –
L’autrice racconta in prima persona la sua infanzia, tra il 1935 ed il 1945, trascorsa in un pacifico e laborioso paese della Brianza, Figino Serenza, dalla natura rigogliosa, ricca di boschi, piante, alberi, fiori che riempiono le stagioni ed i giorni felici della protagonista, una bella infanzia spensierata , contornata da amici e personaggi del paese descritti con grande accuratezza.
Il libro ci offre una serie di ricordi che affiorano dalla mente della protagonista: la lettura e’ piacevole ed ironica, particolarmente scorrevole e colpisce sia quando si concentra sugli aspetti familiari, su tutti il grande affetto per la mamma e il papa’, che per l’attenta descrizione delle difficoltà della seconda guerra mondiale e delle privazioni a cui la popolazione civile è costretta.
Ma anche nei momenti particolarmente drammatici del periodo di guerra, tiene sempre banco la grande curiosita’ e lo spirito di osservazione dell’autrice: sembra di essere li’ con lei, per le strade o i boschi o nelle corse sfrenate in bicicletta. Colpisce la spensieratezza di una ragazza che non vuole arrendersi alla gravità del momento, anzi reagisce, sostenuta dalla sua entusiastica voglia di vivere.
michele cesari –
Il libro e’ veramente molto bello e ed interessante perche’ mi ha fatto conoscere costumi e tradizioni di un periodo ,quello che va dai primi anni 30 fino alla fine della seconda guerra mondiale ,che difficilmente oggi ha ancora testimoni che ne possano parlare e scrivere.Il libro e’ una cavalcata tra i ricordi giovanile dell’autrice dove affiorano anedotti ,ricordi, profumi e sapori della sua terra di orgine Figino Serenza in Brianza , che si intrecciano con flash di ricordi della terra dove attualmente vive Aci Trezza in Sicilia . Emerge dal libro il suo amore per i genitori ,per l’ amica speciale Gigliola e per tante altre persone incontrate nella sua giovinezza che se pure vissuta in un’epoca di ristrettezze economiche faceva sentire le persone piu’ ricche e fiduciose del futuro.