Angeli e demoni. Bianco e nero. Giusto e sbagliato. L’eterno conflitto interiore di una giovane ragazza che conosce ed entra nel mondo del lavoro. Nella realtà dei “grandi”. Scegliere di amare il proprio carnefice, incapace di amare se stessa. Imparare ad adattarsi e subire, impotente di qualsiasi forma di ribellione. Reprimere e soffocare la voce del silenzio della propria anima, stipulando un patto con il diavolo: l’anima muore e marcisce, come tutte le cose e le persone che ama. Ferite mai curate che continuano a sanguinare nel presente impedendole di aspirare a un futuro, perdendo così ogni forma di empatia verso il prossimo. Dipendenze che arrivano a essere le sue migliore amiche, placando l’enorme angoscia con cui convive. Sollievo apparente, distruzione lenta. Smettere di essere e scegliere di diventare come tutte le cose che ha sempre criticato, per affermarsi nella società odierna affogata nell’ipocrisia…
Questa è la mia storia. Prima di partire per il mio lungo viaggio, ho consegnato le chiavi del cuore alla mia coscienza. Quando sono tornata, ho trovato la mia anima ad aspettarmi. Scrivere mi ha salvato la vita.
Nasco nel 1996 a Torino. Diplomata in Ottica e abilitata alla professione, da sempre mi interesso alla scrittura. Questo è il mio primo romanzo.
Ho iniziato a scrivere nel mio diario segreto, quando per il mio settimo compleanno lo ricevetti in regalo dai miei genitori. Da quel giorno, io e la “penna” siamo diventati migliori amici.
Mi reputo una persona molto sensibile, forse troppo. Ci sono volte in cui la sofferenza di chi ho davanti la vivo come se fosse la mia. Mi immergo così tanto nelle emozioni che spesso perdo la poca razionalità che caratterizza il mio essere. Certo, ci sono molte persone che scambiano il mio atteggiamento con il mio carattere non comprendendo che il mio atteggiamento dipende sempre da chi ho davanti, mentre la mia essenza è un qualcosa che rivolgo a pochi.
Amo gli animali. Sono animalista? No. Non mi sento di appartenere a nessuna categoria. Voglio dire, non esistono i “bambinisti” eppure, dovrebbe essere nella natura di ognuno di noi trattarli con amore, così come dovrebbe essere nelle nostre capacità capire che ogni essere che soffre e che ama merita rispetto per la propria vita. Non trovo differenza, quindi, nel pianto di un bambino e in quello di un animale. Nel respiro di una persona ed in quello di un essere a quattro zampe.
Mi piace immergermi nelle storie delle persone. In tutti quei vissuti in cui riesco a trovare un po’ di me. In tutte quelle persone che hanno tanto da dire ma che per qualche ragione non sempre riescono a raccontarsi. Mi piace sorridere e pensare positivo, soprattutto nei momenti più bui. Mi piace pensare che anche le giornate più brutte passano, esattamente come tutte le altre. Non saprei rispondere alla domanda “perché scrivi?”. La verità è che non lo so neanche io e, forse, una risposta non c’è. Scrivo perché, probabilmente, è l’unico momento in cui mi sento “giusta” anche nel momento sbagliato. Mi sento leggera e sento di poter diventare esattamente chi voglio essere in quel preciso istante. Scrivere non mi fa paura, al contrario, mi rende coraggiosa, perché riesco a far connettere così tanti pensieri che se dovessi esprimerli a voce non saprei da dove iniziare. Quando scrivo sono io, semplicemente. Per quanto banale possa essere, il foglio bianco è da sempre il mio migliore amico. È l’unico amico che sa ascoltarmi, senza poi sentire l’esigenza di giudicare il silenzio della mia coscienza e l’infinito trambusto della mia anima. Quel silenzio, così assordante, che, spesso, mi ha fatta travolgere da vortici troppo potenti da domare.
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