Un randagio e una leggenda, amici ormai fratelli, intraprendono un viaggio nel folle tentativo di germinare nel cuore degli uomini il seme della consapevolezza della propria fragilità e della propria arroganza. A seguito del grande disastro provocato dal capitalismo che, imperando negli anni precedenti, aveva condotto il mondo alla completa disfatta, il pianeta aveva subito un collasso totale, tutto era crollato ai piedi di un uomo che inconsapevole aveva fatto il gioco dei potenti e ignaro aveva seguito le sorti disastrose dell’intero cosmo. Yan e Jano, nel loro peregrinare, accompagnati dal gatto-poeta Isidoro, incontrano un gruppo di persone che per scelta ha deciso di vivere lontano dai centri abitati.
La loro è una comunità singolare, vagamente animista, in cui ognuno, riesumando tradizioni e abitudini, mette al servizio degli altri la propria esperienza e, in una collaborazione fattiva, agisce per il bene della collettività. Nei due amici grande è lo scoramento per tale situazione; sarà necessario intervenire per arrivare al cuore degli uomini e salvare questo spazio esiguo, il pianeta Terra.
16.54, di Tiziano Travostino è un ottimo romanzo che propone una realtà distopica, forse possibile. Legato ai concetti fondamentali dell’universalità, punta l’attenzione sulle coscienziosità del singolo, unico responsabile delle sorti dell’universo.
Tiziano nasce nel 1963 nelle terre dell’alto Piemonte, crescendo nei boschi sulle sponde del fiume Sesia. Attento osservatore, sviluppa una sua coscienza sensibile all’ambiente che lo circonda, anche nell’età adulta continua a frequentare i luoghi dove sente più vivo il suo spirito randagio. Questa semplice cultura di base sommata al fascino dei popoli nomadi, soprattutto gli indigeni nativi del Nord America, ispirano in lui una forte idea sociale generando un libero pensiero.
Recensioni
Ancora non ci sono recensioni.