Cosa passa per la testa delle clienti che entrano in un negozio per acquistare un vestito nuovo? Quali sono le domande giuste da fare da parte di una commerciante e come interpretare gusti, desideri e incertezze?
Voglio fare la commerciante è uno spassosissimo inventario di situazioni tipo in cui la proprietaria di un piccolo negozio si ritrova più volte nel corso di una giornata lavorativa. Dalla cliente sicura di sé al limite dell’arroganza, alla sognatrice, dalle amiche disinvolte che fanno quasi tutto da sole ma non si risparmiano nelle chiacchiere, a chi cerca un vestito per una cerimonia credendo sia una missione impossibile; poi, di tanto in tanto, spunta anche un marito desideroso di fare un regalo alla propria moglie, e non solo, e che ahimè va accompagnato nella scelta dall’inizio alla fine perché non capisce nulla di moda, colori e passioni femminili. Ma una brava commerciante, come ci ricorda più volte l’autrice in alcuni passaggi del libro, deve avere molte qualità tra cui il buongusto e lo stile – dall’allestimento della vetrina alla sua mise – , senza dimenticare che al di là della passione per il suo lavoro alla fine del mese i conti devono sempre tornare. Possibilmente col sorriso sulla bocca.
Maria Teresa Bladelli è nata a Mantova nel 1952 e ha trascorso la prima parte della sua vita a Viadana. L’università, il matrimonio, la nascita di tre figlie e il lavoro impiegatizio hanno scandito le tappe successive. Ma la creatività, la facilità comunicativa e l’esuberanza caratteriale hanno riportato alla luce un vecchio sogno: avere un negozio. Così dal 1996 al 2020 ha gestito con successo un negozio di abbigliamento femminile.
INTERVISTE E RASSEGNA STAMPA
Video intervista
Riportiamo l’intervista integrale all’autrice pubblicata su un blog
- In che momento e come ha avuto l’idea di scrivere questo libro?
L’idea di raccontare alcune delle mie esperienze lavorative non è nata a tavolino. Le situazioni che vengono a crearsi quando si gestisce per lungo tempo un negozio di abbigliamento femminile sono numerose e spesso hanno risvolti curiosi. Di solito seguo l’istinto: la mia predisposizione a rivedere le scene e i tanti rapporti umani in chiave un po’ scanzonata e ironica è stata davvero fondamentale nello svolgimento della mia attività e mia ha consentito di interpretare e vivere la realtà quotidiana in modo più coinvolgente ed entusiasmante.
- Com’è stata la sua esperienza editoriale?
Sorprendente! Mi ha dato modo di scoprire un mondo a me nuovo e sconosciuto e con tranquillità posso affermare che ho trovato non solo simpatia e comprensione per la mia inesperienza ma anche estrema professionalità e competenza.
- Ha avuto modo di presentare il suo libro?
La pandemia purtroppo ha azzerato le occasioni. Ora però le associazioni culturali e le biblioteche stanno organizzando per settembre il nuovo programma di incontri con l’autore ed io parteciperò con i miei libri. Partecipo anche a concorsi internazionali suggeriti dal gruppo Albatros.
- Qual è il suo pubblico ideale?
Non ho l’idea di un pubblico ideale, credo che leggere racconti semplici, scritti bene e chiari sia alla portata di tutti, specialmente se trattano di vita quotidiana rivisitata con leggerezza e ottimismo.
- Sta già lavorando ad opere future?
Si e con estremo piacere personale. Il mio terzo libro uscirà presumibilmente nel tardo autunno. E perché non il quarto?
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