La protagonista di questa storia ha 16 anni e vive in un piccolo paese di campagna situato nella pianura della bassa Padovana, a ridosso del fiume Adige. Un filo invisibile la tiene incatenata al passato, a un’infanzia mitizzata come luogo ideale di semplicità, spensieratezza e serenità. La memoria si dipana così fra le pagine in modo anarchico, irrazionale, ora indugiando sui momenti tristi – la morte dei nonni, le continue liti genitoriali, l’incomprensione e il disagio esistenziale maturato nell’impossibile rapporto col padre, un’adolescenza vissuta male, sentendosi fuori posto e circondata da persone ipocrite – ora su quelli felici, inevitabilmente connessi al passato, ai giochi di bambini, alla libertà e innocenza di quegli anni irripetibili e mai dimenticati. Cos’è rimasto oggi di quel mondo così duro, povero, difficile, eppure meraviglioso? È questo che si chiede l’autrice, passeggiando tra i fantasmi e le rovine della geografia del cuore.
Barina Marisa è nata nel 1957 a Piacenza D’Adige. Fin da giovane ha mostrato una particolare sensibilità per le problematiche sociali, ponendo al centro del suo universo la persona e facendo varie esperienze di volontariato. Nel 1975-76 ha conseguito la maturità Magistrale. Iscritta alla Facoltà di Medicina e Chirurgia, dopo un anno la abbandona per frequentare la Scuola in Infermieristica, e nel 1983 consegue il Diploma di Infermiera Professionale. Inizia a lavorare all’interno delle strutture Ospedaliere. Nel 1984-85 diventa Coordinatore Infermieristico presso il Reparto di Oculistica dell’Ospedale di Este. Nel 2006 si Laurea in Infermieristica presso l’Università degli studi di Padova. Nel 2008 consegue il Master in Interculturalità alla Ca’ Foscari di Venezia. Nel 2011-2012 frequenta il Corso di perfezionamento in Bioetica presso l’Università di Padova. Dal 2003 al 2014 ha operato come Coordinatore Infermieristico nel Coordinamento Ospedaliero per i trapianti e prelievi di Organi e Tessuti dell’Azienda Ulss 17.
Questa è la sua prima pubblicazione.