Dal revival della fanciullezza e dell’adolescenza, il lungo racconto veicola la dimensione del surreale, attraverso l’interloquire dell’io narrante con un fantomatico abitante del Centro Ricerca Interdimensionale. Si estrapolano da tutto il colloquio, pacato e misurato, problemi di mancata organizzazione statale, afferenti al nostro contesto, in sintonia con una palese aspirazione di rinnovamento: irrealizzabile com’è, scivola nella mera utopia. A confronto un mondo di perfezione e un altro totalmente imperfetto per il decadere delle Istituzioni e del continuo malversare del pianeta uomo, vicino alle suggestioni delle bestie. Tangibile la delusione per una società che si vorrebbe meno aggressiva e violenta, più umana e più partecipativa e sensibile alle pene e alle problematiche esistenziali.
Federico Chiliberti è nato a Napoli nel 1947 dove ha operato come medico di base dal 1981. Attualmente in pensione, può dedicarsi alle attività a lui più gradite: comporre poesie, canzoni e dipingere, anche se tutto solo a livello amatoriale. Questa è la sua prima esperienza come scrittore. Amante e cultore della napoletanità nelle sue migliori espressioni come la cultura, le canzoni classiche e la buona cucina, pur non disdegnando cose più moderne e attuali.