Questa volta è la voce del popolo che si indigna.
Il popolo che spesso è testimone impotente delle scelte altrui. Quinto Sparapani in Statisti si nasce… non ha peli sulla lingua ed ha la penna infuocata: sotto il suo mirino implacabile nessuno si salva. Attento conoscitore della vita politica del nostro Paese, ne esamina i punti di forza e quelli di debolezza. Esorta le amministrazioni, il governo, i comuni e tutti coloro che detengono il potere in mano, a prendersi le responsabilità circa la cattiva gestione con cui hanno guidato il Paese.
Tutto questo è iniziato per caso: da un fatto di cronaca nera, il delitto di Avetrana. Quinto Sparapani rimase indignato nel constatare come quello spettacolo terribile venisse strumentalizzato dai mass media e decise di esternare il suo parere scrivendo all’allora Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Sorprendentemente questa lettera venne accolta e i suoi pareri espressi e condivisi dallo stesso Presidente. Quindi l’Autore decise di continuare a scrivere lettere nelle quali le sue impressioni e le sue proposte sono state espresse con sentito rammarico misto a rabbia e amarezza. Condividiamo il suo punto di vista e allo stesso tempo siamo fiduciosi che forse prima o poi una sorta di cambiamento ci sarà. Un paese civile ascolta sempre la voce del popolo e ne riconosce il valore.
Quinto Sparapani nasce a Castellaro fazione di Serra San Quirico provincia di Ancona. Il suo carattere curioso e intraprendente lo porta a viaggiare in giro per l’Europa, e a Parigi e a Londra perfeziona il suo profilo professionale per poi tornare il Italia e gettare le basi per il suo futuro. Da sempre molto interessato alla vita politica del paese scrive e sottolinea il suo disappunto in Statisti si nasce.
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