Francesco Maria Oriti sottomette la parola, alle sue esigenze, alla sua volontà, e non se ne vergogna – perché dovrebbe poi? – creando un rapporto molto simile a quello tra padrone/sottomesso, perché se in realtà il primo sembra dominare lo fa solo perché il secondo si sottomette, creando un vincolo circolare infinito. Ed è proprio così che sentiamo vive la poesia, un rapporto che per alcuni potrebbe essere tossico, ma che per altri è come respirare aria, perché le chiavi con cui interpretiamo la nostra necessità di vita non sono uguali per tutti e per alcuni passano per la scrittura di una poesia fatta su un pezzo di carta stracciato, non su un foglio di carta immacolata. La purezza del messaggio, del resto, non è data dal chiarore o dal pulito apparente, ma dalla verità che si cela anche nel luogo più oscuro.
Francesco Maria Oriti nasce il due gennaio del 1998 a Forlì. Diplomato come perito economico all’ITE Matteucci di Forlì, rinuncia agli studi universitari a favore del mondo letterario. L’universo dell’inquieto lo ammagliò: studiò le opere di Poe e Lovecraft, e la cinematografia odierna. Nel suo ruolo, egli cerca di rimodernare il genere dell’Inquieto, fondendo la violenza sia fisica che piscologica. All’età di diciassette anni inizia quello che sarà il suo caposaldo letterario, la Saga: “Istintive”. Parallelamente, sviluppa la sua parte poetica, rimasta per cinque anni mera sperimentazione.
“Spirito Negro” è la prima raccolta di poesie (e pubblicazione) della collana “Nel nome dell’Italiano”. Paralellamente alla scrittura, intraprese la carriera da Bartender, specializzandosi nella mixology.
Recensioni
Ancora non ci sono recensioni.