[…] Probabilmente c’è un concetto che meglio di qualunque altro, fra quelli citati dal poeta, può chiarire il senso di quanto andiamo dicendo; ci riferiamo alla pratica giapponese del ‘Kintsugi’ – letteralmente ‘riparare con l’oro’. Essa consiste nell’uso di metalli preziosi allo stato liquido per la ‘cura’ di manufatti in ceramica (specialmente vasellame) rotti, frantumati. Il costoso materiale viene impiegato per rimettere assieme i cocci rimanenti in seguito alla caduta. Lo scopo, più che commerciale, è chiaramente di tipo simbolico: la cultura nipponica vuole sottolineare come le ferite, le crepe, le fratture verificatesi nel corso dell’esistenza, non debbano essere celate, ma, anzi, evidenziate il più possibile, se non addirittura valorizzate attraverso l’utilizzo dei materiali più preziosi, che le mettano in rilievo, facendole brillare. Proprio come brillano questi versi, colmi di acqua pura con la quale lavare le ferite del nostro spirito.
Dalla Prefazione di Giuseppe Palladino
Fabio Lagomarsini è nato a Buenos Aires, Argentina, il 31/1/1961, da genitori italiani, emigrati nel secondo Dopoguerra. Nel 1982, dopo il conseguimento del titolo di studio secondario, viaggia in Italia dove risiede – sempre in Toscana – in diverse città, attualmente in Borgo San Lorenzo (FI). Lavora principalmente nel settore terziario e, per una decade, in ONG di cooperazione internazionale.
Nel 1994 trascorre due anni nella Repubblica Centrafricana come volontario internazionale assieme a Marina, medico, dove nel frattempo nasce Claudio.
Nel 2011 frequenta la Scuola di Agopuntura Tradizionale Città di Firenze (corso Tui-Na). La Medicina Tradizionale Cinese e la Filosofia Daoista, sono fonte d’ispirazione della sua prima pubblicazione.
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