“Di lì si vedeva il mare fino a che l’occhio poteva vedere. Il sorgere del sole era un incanto. Quando il mare era buono piccole increspature dell’acqua luccicavano sotto la luce e i primi traghetti cominciavano il loro viaggio.”
A cosa pensa il brufoletto sulla pancia di Marcolino? Perché la signora Rosa non vuole vendere le uova viola al mercato? E come faranno il corvo Luigi e la gallina Caterina ad arrivare in città?
Queste e altre favole in una raccolta ironica e divertente, ma anche piena di spunti di riflessione: animali e oggetti che assumono caratteristiche umane, che si raccontano, coi loro pregi e i loro difetti. Ed ecco che scopriamo com’è essere una piccola chiave e vivere nella borsa di Gigliola, o essere trascinati via dalla corrente fino al mare e poi tra le braccia di un bambino, o, anche, essere una bella matita ma usata per fare dei rozzi disegni. Punti di vista diversi e inaspettati, al fine di esplorare l’animo umano da una prospettiva nuova, che fa sorridere e pensare.
Maria Pia Ascione è nata a Roma nel 1956 dove vive e svolge la sua attività professionale di consulente del lavoro. Laureata in Giurisprudenza e in Scienze religiose, ha ampliato il suo raggio di interessi in vari ambiti: sicurezza sul lavoro, comunicazione efficace, gestione risorse umane, mediazione familiare, ecc.
Nella sua terza fatica letteraria l’autrice affronta, in forma di racconto metaforico, sentimenti, vizi, virtù, luoghi comuni. L’utilizzo di un linguaggio simbolico, per altro riferito in genere ad animali o a oggetti inanimati, aiuta a togliere l’ansia che ne deriverebbe affrontando il problema direttamente.
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