A scrivere la Storia è la vita di ogni uomo e in queste pagine ci viene raccontata quella di Osvaldo Longhi. Parole che ci restituiscono man mano uno spaccato della vita sociale, culturale e storica del nostro Paese, quando lui era un giovane soldato costretto a combattere nelle terre d’Africa per realizzare quell’impero che voleva il duce e in cui Osvaldo non ha mai creduto. Poi il rastrellamento, prelevato dalla fabbrica a Genova e costretto a lavorare per ricostruire una Germania distrutta. Una voce narrante che ripesca nei ricordi da condividere con le nipoti, raccontando con il linguaggio semplice di chi non ha avuto modo di studiare i giorni trascorsi nel caldo infernale a patire sete e fame, quelli disperati e colmi di rabbia della Germania nazista. Senza scordare i giorni vissuti da un martire, Aleandro, suo fratello, tra nascondigli e carcere, nel quale fu barbaramente torturato, fino al giorno in cui venne fucilato alla schiena, nonostante il suo ultimo desiderio di guardare in faccia il plotone di esecuzione. Non dimentica, Osvaldo, di raccontare i giorni di una madre costretta a sopportare i peggiori lutti e dolori, né quelli di una moglie, che altro non poteva fare, se non attendere.
Roberta Canu è nata nel 1980 a Genova dove tuttora vive. Appassionata di storia e letteratura, non si è limitata a colmare la sua curiosità solamente grazie alle pagine dei libri, ma ha cercato fonti più “vere”, più intense, ascoltando i racconti di chi la storia l’ha vissuta sulla propria pelle. Scrittrice di fiabe per hobby, ha deciso di cimentarsi in una lunga e grande storia, una storia vera, che di allegro e fiabesco non ha nulla, se non il modo in cui è stata raccontata da un nonno alla sua curiosa nipotina.
Ela cinini –
la memoria e’ un viaggio emozionale nel passato. La memoria di una vita intera è un viaggio…per alcuni lungo, per altri tremendamente breve, un viaggio fatto di passi, i ricordi. Ed ogni passo è legato ad un’emozione…più forte, violenta è l’emozione piu’ forte ed intenso è il ricordo, più lascia una traccia indelebile. Roberta ha ceduto la sua penna, la sua voce, ad Osvaldo….il cuore no, perché credo di avere bastanti indizi per poter dire che quello…sia lo stesso…Osvaldo è un ragazzo, è un uomo….e’ un padre e poi un nonno. Quello di Roberta. Osvaldo è ragazzo in Africa, durante una guerra tutta sbagliata..Osvaldo è un paio di occhi semplici, che si sgranano per l’imbarazzo di sorprendersi a guardare la pelle di una giovane donna che brilla, stupita, per un regalo inatteso, sotto un sole che ha conosciuto tante guerre…occhi che si fanno attoniti, sui corpi dei compagni non ancora morti…. su campi dalle tristi messi. È un uomo quando viene strappato al suo lavoro, deportato in Germania, internato in un campo. ” Mauthausen era l’inferno…” , in quel luogo le condizioni di reclusione erano durissime e la mortalità fra le più alte di tutti i lager dell’arcipelago concentrazionario nazista…e le lettere di Rina sono il filo che lo tiene in equilibrio su un mondo impazzito.Osvaldo è testimone di alcune delle pagine più buie della storia del nostro continente… di quest’uomo mi colpisce la fine sensibilità, che gli permette di cogliere il peso di un rossetto, contro i recinti grigi di Mauthausen. Osvaldo padre…mentre si trova impotente ad assistere al brutale assassinio, da parte degli aguzzini tedeschi, di una giovane donna incinta, stremata dalla fatica… “Non sapevo neppure il suo nome…” . Le memorie di Osvaldo, la vita di Osvaldo…sono state l’impronta chiara, netta, il tesoro prezioso dell’educazione emozionale di Roberta , che ha saputo far parlare, e con che maestria, in quest’opera prima, appunto….il cuore.