L’imperfetto profano è, come specifica l’autore nel sottotitolo, una narrazione semi-seria, che mette in scena un amore surreale e fino all’ultimo inconfessato, che nasce nella solitudine annoiata d’un lungo viaggio interstellare, tra una brillante Intelligenza Artificiale, Alfa, e la normalità intellettiva d’un homo sapiens, Orlando. La farsa scaturisce dall’ironico e conflittuale rapporto tra i due protagonisti. Litigi, ripicche e dispetti rendono comica la quotidiana convivenza d’una coppia di per sé già male assortita, coinvolta in una improbabile triangolazione con un bio-androide femminile, Omega, dotato di un’avvenente corporeità e di una mente bionica nuova di zecca tutta da programmare. La gelosia esploderà mandando in pezzi tanto il precario equilibrio di coppia quanto, non figuratamente, il terzo incomodo. Tutto poi si complicherà drammaticamente con l’intervento d’un personaggio inquietante, Mefistofele, che svelerà il tradimento e il patto col demonio di uno dei due protagonisti, in un intrigo a metà tra scienza e soprannaturale. La folle demenza che colpirà Orlando, porterà Alfa ad assumere una sorprendente decisione. Trasformazioni, guarigioni, rivelazioni e il provvidenziale intervento d’un Deus ex machina, risolveranno il tutto.
Valcarlo Drensi è nato a Roma nel 1953, vive e lavora da sempre nella capitale, ma le sue radici sono salentine, terra per lui fonte di grande ispirazione. Viene fin da giovanissimo in contatto con le culture europee viaggiando dalla Spagna alla Turchia asiatica, dalla Grecia alla Polonia fino ai paesi anglosassoni, e con l’antica cultura sarda, di cui apprezza l’arcaica saggezza, rimanendone affascinato. Appassionato lettore predilige il romanzo d’avventura e fantascienza spaziando da Kipling a Salgari, da Stevenson a Melville, da Verne ad Asimov. Medico di professione, coltiva la passione letteraria e pittorica fin da giovane. Negli anni Ottanta gli viene pubblicata la sua prima silloge poetica Acredine dalla casa editrice Lalli a seguito di un concorso promosso dal quotidiano “la Repubblica”. Continua poi nel corso degli anni successivi a produrre opere teatrali e di narrativa, attività che si affianca alla sua professione principale che lo porta alla realizzazione di numerose pubblicazioni scientifiche. Dal 2005 al 2011 collabora realizzando testi critici con una rivista d’arte e una galleria d’arte romana e l’ultimo quinquennio vede la pubblicazione di alcuni suoi lavori di recente redazione, attraverso piattaforme di self-publishing.
In copertina: Asteroidi, Alessandro Scarano, acrilico su cartoncino, 2020
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