Quante volte si può amare nella vita? Quanti amori incompiuti sono destinati a durare nel tempo e nella memoria? Le risposte sono contenute in uno scritto custodito per anni in un cassetto e ritrovato per caso che svela il passato di Cosimo ed Eleonora e racconta il loro grande amore prematuramente interrotto. Con il romanzo L’eternità dell’amore incompiuto, l’autore Sergio Tavanti insegna che la forza dei sentimenti supera anche lo scorrere del tempo e degli eventi.
Sergio Tavanti, nato a Firenze nel 1951, giornalista pubblicista dal 1970, tuttora iscritto all’Ordine, ha sempre alimentato la passione della “carta stampata” con articoli, saggi, racconti, che si sono concretizzati in quella affascinante metamorfosi dell’ideazione in testo scritto. Da “La penna stilografica origini, funzionamento e collezione” a “Quel meraviglioso mondo di Pericle” a numerose altre pubblicazioni di carattere scientifico, la sua professione di chirurgo generale, pur onerosa per quanto riguarda il tempo a disposizione per altre attività, non gli ha impedito di mantenere sempre vivo il grande interesse per la narrativa, che si arricchisce ora di questo nuovo invito alla lettura.
Giulia –
Il libro direi che è all’altezza di autori altisonanti dello stesso genere, anzi. Ho amato alla follia tutti i personaggi, ben pensati e mai banali. Pensavo si trattasse della solita trama del tipo “lui, lei, l’altra” scontata e sentita in mille salse. Ma non è stato assolutamente così. Mi sono rimaste impresse alcune parti perché originali e messe al punto giusto per spezzare la narrazione della trama, come: – l’aneddoto sui gettoni (che cosa affascinante!), – l’intervista al “chirurgo romantico” La narrazione non è monotona anche perché il decorso delle cose non è mai lineare e ti tiene sempre sul chi va la, senza poter dare nulla per scontato. Nel complesso è una lettura che anche rifarei, perché la ricercatezza delle parole e quindi delle descrizioni ti porta a pensare che forse quella scena non te la sei “gustata” abbastanza, o comunque speri di esserti perso qualche particolare tra le righe, per i ricchi dettagli che ogni volta ci sono. Ho apprezzato molto anche la ricerca delle parole, ricercate ma che non hanno appesantito, dei luoghi, sempre molto specifici e delle descrizioni, minuziose sì, ma mai così dettagliate da annoiare. Mi piace che più di una volta la storia sia “circolare”: a molte cose raccontate viene data una conclusione nelle pagine successive, proprio a dare un senso al perché siano accadute tempo prima. Questa cosa mi piace molto quando leggo, mi sento come se incastrassi di volta in volta pezzi di un puzzle. Ho apprezzato la coerenza del titolo rispetto al contenuto del racconto: spesso mentre leggi un libro non è detto che ti ricordi il titolo, perché magari non c’entra nulla con la trama. Direi che non è questo il caso, allo stesso modo è equilibrato il tutto perché non viene sempre rimarcato pedantemente che “l’amore incompiuto è eterno”. Cosigliato!
Bookpertutti –
Vi siete mai trovati alla fine di una relazione con la convinzione di non poter più andare avanti? Di non poter più amare? Ma chi decide quante volte si può amare nella vita? Quanti e quali amori sono destinati a durare nel tempo? Tutte le risposte a queste domande sono riunite in uno scritto, tenuto per anni in un cassetto, contenente il passato di Cosimo, di Eleonora e del loro grande amore prematuro bruscamente interrotto… Con il romanzo “L’eternità dell’amore incompiuto” Sergio Tavanti insegna che la forza dei sentimenti supera anche lo scorrere del tempo e degli eventi.
Un libro pieno di significato che vi porta sulla riflessione, una storia dentro una storia e due personaggi dinamici, sono solo alcune delle caratteristiche di questo meraviglioso scritto. Il quale mi è piaciuto molto per un motivo già annunciato: I personaggi, i quali sono cosi ben descritti, che mi hanno fatto arrivare a credere di averli conosciuti sul serio e di aver vissuto le vicende insieme a loro.
Mi raccomando però, non lasciatevi fermare dal genere, non è la solita vicenda con “il ragazzo”, “la ragazza” e “la ragazza che si mette in mezzo”, bensì sarà ricco di sorprese, colpi di scena e sarà capace di farvi provare mille emozioni… A stupirvi ancora di più sarà il finale, che non vi lascerà con l’amaro in bocca, ma non sarà neanche molto intuibile…
Con tutte queste motivazioni non posso fare a meno di consigliarvelo!
Serena –
Un po’ mamma, amica, moglie e un po’ anche figlia.
Si, un po’ spettatrice ed un po’ personaggio di questa storia narrata in terza persona al passato e strutturata come un “classico” non solo per la struttura delle scene suddivise in parti (e non capitoli), anche se spazi vuoti consentono l’idea del salto temporale più e meno marcato, bensì per quel modo di raccontare, talmente elegante da incantare anche il tempo.
Della sinossi possiamo dire che Martina, la nostra prima compagna di viaggio, dopo alcuni anni dalla morte del padre, decide di tornare nella sua casa d’infanzia, ripercorrere quei momenti che sembrano essersi cristallizzati nell’arredamento scelto con cura e nei ricordi di un tempo ormai passato. Un tempo che strappa in modo crudele la vita ad una giovane donna lasciando un uomo pieno di pensieri, rimorsi, solitudine.
Una vita che Martina ha modo di ripercorrere, capire ed amare grazie ad un manoscritto inedito ed autobiografico, lasciato dal padre in quello che per gran parte della sua vita, è stato un angolo di pace e confronto con se stesso.
Inizia così un film che vedrà la giovane donna e noi lettori, completamente coinvolti.
La storia complessa tra Cosimo ed una certa Eleonora conosciuta per puro caso del destino ed abbandonata per un’emozione difficile da spiegare; la presenza rassicurante e battagliera di Francesca, una donna che pur soffrendo, non si lascia mettere da parte.
Una storia che vedrà l’intrecciarsi di emozioni, ricordi passati, sfide, consapevolezze…
Una storia che merita essere letta per ogni parola scritta, per ogni battuta detta, per ogni dato che all’inizio può pure sembrare “esterno” ma che in realtà non si è mai legato talmente bene.
Un romanzo dove quelle “parti” citate prima, occupano molte pagine ma che si ha la sensazione di averle passate anche troppo presto grazie a descrizioni attente sia per quanto riguarda i personaggi, il loro aspetto fisico e caratteriale, sia riguardo ad ambientazioni dettagliate al punto giusto e ben fuse con il resto dei dati, compresa l’interazione con figure solo citate o semplicemente apparse per regalare più veridicità al racconto.