Noi tutti, con il nostro più o meno pesante bagaglio di Conoscenze, a bordo della propria Nave-Intelletto, ci avventuriamo in quelle assurde acque, senza lontanamente immaginare che la nostra sorte è segnata da un fatale destino, in cui è stato scritto, dal Supremo Signore, che periremo in esse, quali vittime sacrificali agli dei falsi e bugiardi, senza poter mai raggiungere la foce della sconfinata Realtà.
È dalle acque del fiume della Verità, il cui alveo è scavato dalla Ragione, che si sprigionano le Ombre-Immagini di Universi sconosciuti, chiamate Conoscenze, che appaiono, durante la fatale navigazione, alle Menti costrette a navigarlo, al solo scopo di schernire il Pensiero, che di tale scherno non si avvede perché esse sono il prodotto di quella falsa e ingannatrice convinzione che lo porta a credere di potersi appropriare della Realtà che, invece, necessariamente, ha nascosto, coprendola con il velo dell’arrogante Verità Razionale.
Questo è il viaggio che il mio Essere ha intrapreso, a bordo di se stesso nella sua forma di Pensiero Pensante ‒ nel tentativo supremo di intercettarsi trasfigurato in se stesso come Pensiero Pensato, allontanando da sé la dimensione della Verità ‒ che traccia, per ogni Essere Razionale Muto, quel percorso che nella sua necessità cieca e assoluta lo conduce dalla sorgente della Vita alla foce della Morte. O la Verità quale espressione del Pensiero Pensante, o la Realtà quale muto pensiero evocato dall’Essere: o quel fiume o questo fiume; o affondo, trascinato dai vortici provocati dai risucchi di quel falso non-Essere, o raggiungo il non-Essere o Realtà o Pensiero di Dio.
Angelo Trupia è vissuto, per i suoi primi vent’anni, nella sua amatissima città di Catania, che gli diede i natali. Qui si è laureato in Filosofia e successivamente in Storia della Filosofia, conseguendo, in entrambi i corsi, la votazione di 110 su 110 e la lode.
Questa è la sua seconda pubblicazione nell’arte della scrittura che predilige.
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