Perdere il compagno di una vita, con cui si ha avuto la fortuna di condividere decenni di gioie e dolori, è come subire l’amputazione di una parte fondamentale del corpo: la vita continua, ma il senso di perdita e la mancanza della persona amata sono costantemente presenti, come un dolore sordo e persistente. I ricordi, che pure costituiscono la parte ancora viva di chi non c’è più, da preziosa fonte di conforto finiscono talvolta per diventare nemici subdoli, pronti a gettare l’anima nella tristezza più cupa. Ecco che allora mettere nero su bianco i momenti passati insieme – gli anni dell’innamoramento, le difficoltà quotidiane, le differenze che hanno caratterizzato e reso forte il percorso di coppia – può essere utile per prendere consapevolezza del proprio dolore e trasformarlo in un sentimento più lieve e sopportabile. Così ha fatto l’autrice di queste pagine, a metà tra romanzo e storia di vita, in un dialogo costante con la persona amata narrato con la lucidità di una cronistoria e il sentimento intenso di una favola.
Mirella Cinquini è nata a Livorno nel 1947. Nel 1956 si trasferisce con la sua famiglia a Torino, dove tuttora vive. Diplomata come assistente di comunità infantile, ha sempre operato nel campo del sociale come educatrice.
La profondità del mare è come l’anima è il suo primo romanzo.
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