La luce è simbolo di vita, di salvezza. È ciò che ci invade al momento della nostra nascita, che ci avvolge come una nuova veste, è ciò che si dice vediamo poco prima di morire, per chi crede nella vita dopo la morte, è la luce che ci attende alla fine del tunnel dove la nostra anima ha rischiato di soffocare in un momento difficile della nostra vita. E così, nel titolo di questo romanzo si racchiude tutto il senso di questa storia. Una storia che vede protagoniste le ingiustizie, la violenza, la discriminazione e, soprattutto, la violenza nei confronti della donna. Nadir è nata a Bergamo da papà Bashir e mamma Gloria. Gloria era una giovane di diciannove anni quando aveva conosciuto Bashir, di origine egiziana. All’inizio la loro è una storia d’amore come tante altre, ma poi Bashir cambia, influenzato dalle sue radici culturali. E così, pagina dopo pagina, vivremo assieme ai protagonisti, come Davide, Augusto, Elisabetta, Luca, Massimo e tanti altri, cosa significa subire una violenza, non solo fisica ma anche psicologica e scopriremo la forza della speranza, del coraggio e dell’amore che a volte ci possono salvare.
Maurizio De’ Clementi, Cavaliere della Repubblica e dottore in Fisica, è nato a Roma nel 1942. Per dieci anni è stato professore di Elettronica, poi per venti anni direttore di Sistema Informatico presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri e dal 1994 è titolare di una azienda di consulenze farmaceutiche. I primi mesi della sua vita sono stati vissuti nella cantina del palazzo di via Taranto a Roma, in cui ci si rifugiava ogni volta che la sirena dell’arrivo dei bombardieri alleati risuonava nell’aria con il suo sibilo terribile annunciante la morte e la distruzione. Ultimo di una nidiata di sei figli, ha trascorso quei momenti terribili, di cui la sua tenera età di allora gli risparmia ora il ricordo, nelle braccia della sorella maggiore, Maria Luisa. La mamma, maestra elementare, medaglia d’oro alla carriera, era spesso fuori perché chiamata al dovere di insegnante, come erano i maestri una volta, e di aiuto ai bambini a lei affidati. Il papà lavorava giorno e spesso anche la notte perché le bocche da sfamare erano davvero tante.