Attraverso una scrittura appassionata e sincera l’autore riflette sull’origine della vita, sull’evoluzione dell’uomo, ripercorre il suo passato, analizza il presente, il rapporto delle nuove generazioni dipendenti dalla tecnologia e schiave del consumismo, poiché “siamo probabilmente giunti al capolinea, al punto di non ritorno di una società che deve fare i conti con se stessa, quindi è necessario, oggi più che mai, riferirsi in qualche modo al passato per programmare il futuro insieme alle nuove generazioni, nel nome di quei valori che mancano loro”. Amarezza ma anche speranza sono i sentimenti predominanti, dal momento che: “Tutto quello che pensi, tutto quello che fai, avrà un senso solo se ha un fine. La felicità e la gioia della vita, non sono delle mete, ma un viaggio. Quindi cerchiamo di assaporare al meglio il presente”. Alla base di tutta l’opera, l’autore ci dona un grande insegnamento: aprirsi all’ascolto.
Essere in pace con se stessi, accontentarsi di quello che si ha, amare la vita e il mondo che ci circonda, credere nei propri sentimenti e nei propri valori, la vita a volte regala sensazioni meravigliose.
Sergio Valenti è nato nel 1954 in località Mulini Di Frassineto Santa Sofia, comune di Badia Tedalda (AR) dove è vissuto i suoi primi quattordici anni, poi, in quegli anni dove la montagna si spopolava, dove tutti cercavano la fortuna nel miracolo del trasformismo anche la sua famiglia ha percorso la strada che conduce verso le città. Da allora ha iniziato a passare da un cantiere all’altro a costruire impianti elettrici, fino all’età di ventidue anni come dipendente, poi artigiano fino all’età di cinquantanove anni. Ora si gode gli ultimi anni come pensionato e si diverte a passare il tempo ad avventurarsi in esperienze nuove. Scrivere un libro, è stato da lungo tempo un sogno che non credeva possibile realizzare.
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