In una Parigi ancora immersa nell’atmosfera raffinata e nostalgica della Belle Époque, Jean Bernard dipinge, ama, sogna e riflette sul passato e sul presente che sta vivendo. A raccontarci tutto ciò è un personalissimo diario, che racchiude i momenti più intimi e speciali dell’esistenza di un uomo stravagante, ma al contempo inaspettatamente sensibile e profondo.
Andrea Girimonti è nato a Milano il 17 ottobre 1998. Le sue passioni sono il cinema, la lettura e la fotografia, che per circa due anni è stata anche il suo lavoro.
Si avvicina al mondo della scrittura per uscire da un periodo poco felice e ci riesce grazie ai suoi racconti.
Incontri alla Closerie des Lilas è il suo primo romanzo.
#illibroeservito –
“INCONTRI ALLA CLOSERIE DES LILAS” di Andrea Girimonti (pag. 162) @agthoughts_ @andrea.girimonti @edizionialbatros è un romanzo ambientato tra Parigi ed Arles agli inizi del ‘900. Jean Bernard ci racconta in una sorta di diario, le sue giornate, i suoi incontri, la sua vita, la sua arte. Sì, perché Jean è un pittore, ed in queste pagine dipinge il ritratto di un uomo solitario, stravagante, sensibile, appassionato, leale, controverso, profondo: il ritratto di un artista. In un periodo storico segnato molto dalla guerra, Jean era solito andare in un locale che distava un’oretta a piedi da casa sua a Montmartre: La Closerie des Lilas. Qui noterà per la prima volta una donna che cambierà la sua vita, qui farà amicizie importanti, da qui partiranno i suoi sogni e le sue sconfitte. La vita riserva sempre delle sorprese, si sa, e la vita di Jean sarà stravolta da una serie di avvenimenti e coincidenze… Ma non vi dirò altro, starà a voi scoprirlo, leggendo il romanzo!
#cosanepensarita
La forma del romanzo in diario mi è piaciuta molto: conosciamo Jean dalle sue stesse parole, emozioni, sentimenti, contraddizioni. I flashback sul suo passato sono molto intensi, la guerra ormai è parte di lui. E la storia riesce comunque ad avere un filo conduttore sottile, che tiene alta l’attenzione del lettore. Adoro Parigi, e “rivedere” i vecchi locali pieni di artisti, intellettuali, venuti da ogni dove per il solo discorrere di arte, cultura, sorseggiando un bicchiere di assenzio, é stato a dir poco piacevole. Forse avrei voluto sentire un po’ di più l’odore della città, il profumo della sua storia, e mi è mancata qualche descrizione in più. Ma stiamo parlando di un diario, quindi sono gli stati d’animo gli indiscussi protagonisti di questo romanzo, che sinceramente mi ha fatto molto pensare ad una bellissima pièce de theatre! Senza dubbio, ve lo consiglio!