Mi chiedevo: “Ma si rende conto di cosa ci stiamo facendo, ci stiamo rovinando la vita?”. Che coraggio. Percorso il ciclo dei sentimenti provati in genere in queste circostanze – sofferenza, non accettazione, rabbia, speranza, voglia di rivincita, rassegnazione, nuovo guizzo di rabbia e infine indifferenza ostentata ma non reale – ebbi modo di comprendere che in realtà quella scelta non era dettata dal coraggio, non era un atto di coraggio, ma un rigurgito di paura.
Ero senza dubbio più serio negli enti che non negli enta. Ci credevo di più, o meglio, ci credevo. Adesso mi alleno a crederci. È un esercizio, più che un moto. Siamo maglie troppo larghe, abbiamo messo tanto spazio tra noi. Un distacco agiato. Eppure avverto che le nostre mani provano ancora in tutti i modi disperatamente ad afferrarsi.
Claudio Pagnano nasce a Napoli il 23 Agosto 1985. Diplomato in studi classici nel 2004, poi laureato e specializzato in Farmacia territoriale, da sempre attratto dal potere disvelatore della storia e della filosofia, alla sua prima opera scritta manifesta tutta la sua passione per la conoscenza dell’animo umano. Attento osservatore di comportamenti, gesti, linguaggi che definiscono gli schemi relazionali attuali, dalla prospettiva di un millenial disincantato scruta con interesse i meccanismi che sottendono le interazioni del mondo che lo circonda.
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