Luigi è felice della sua vita: ha un lavoro che ama, una moglie splendida e molti amici. L’unica cosa che sembra mancare è un figlio, eppure sono molti gli specialisti ai quali si sono rivolti. Nonostante questo tutto sembra andare bene, almeno finché la società dove Luigi lavora non decide di licenziarlo, senza nessun motivo. Stupito e deluso, Luigi decide di intraprendere la sua battaglia personale per capire almeno il motivo del licenziamento. Ma quanto riuscirà a resistere alle angherie dei suoi capi? Ne vale veramente la pena?
Luigi Rossini nato a Montecampano, in Umbria. Mentre effettua gli studi di Chimica presso l’Istituto Tecnico Industriale di Terni, all’età di diciassette anni scrive una Farsa in dialetto locale “Cose de nojandri”. Riesce a coinvolgere coetanei e non, ottenendo anche una piccola citazione sul giornale cattolico del tempo. In seguito scrive degli aneddoti in dialetto Amerino di personaggi caratteristici del luogo (Orazio del ponte, Scialappa ed altri). Insieme ad alcuni amici si ritagliano un piccolo spazio radiofonico nel palinsesto pomeridiano a sostegno della “Pennichella” per “Radio Agorà”, una piccola emittente locale. Terminati gli studi si occupa di vendite e sfoga la sua attitudine ad incarichi di responsabilità orientati alla ricerca del cliente e gestione del personale di vendita. Dopo il terremoto del 1997 e con l’inizio della crisi del lavoro, si trasferisce da Foligno. Subisce la confusione dei primi contratti interinali, visti come una sostituzione di privilegi acquisiti dagli altri operai. Si dedica così ai valori che ritiene più importanti e necessari in quel momento. La valorizzazione delle sue esperienze, dedicandole alla famiglia sentita come primo mattone per la ricostruzione di una società migliore e al volontariato. Si ritiene uno spirito libero che reagisce con la medesima spontaneità, commuovendosi, davanti ad una dimostrazione di affetto rivolta agli altri, irrigidendosi dinnanzi a cattiverie, ingiustizie e soprusi. Trova piacere nello scrivere come sfogo e nel sorriso degli altri, che stimola ed aiuta con istintivi fraseggi, battute o similitudini verbali. Ama l’armonia e lo stato dell’essere nell’ambiente che lo circonda, odia gli opportunismi e l’ipocrisia e in presenza di essi perde la sua spontaneità.