“Quando un dolore è fisico, è più facile guarirne, basta prendere una compressa. Quando, invece, si tratta di un dolore come il tuo, le compresse non sempre sono sufficienti. Il tuo dolore, vedi, è come questa polvere, che ho versato nel piatto della bilancia. Per farlo passare, occorre riequilibrare i piatti, ci vuole un contrappeso, una fantasia che puoi trovare solo in te stessa: non conta che sia fondata, l’importante è che tu ci creda”. In questo romanzo Giovanni Carleo ci restituisce l’immagine di una Napoli “verace”; storie che si intrecciano a partire dagli anni ’30, all’interno di una comunità raccolta e linguacciuta, per lambire, con un lungo e lacerato strascico di conseguenze, la sponda degli anni ’90; cambia la città, crescono i fanciulli, la Nazione attraversa una guerra atroce e la violenza della dittatura, ma instancabile è negli uomini la ricerca di un contrappeso che alleggerisca i cuori dei dolori patiti, di rimpianti e rimorsi impossibili da accantonare. Lo stile asciutto e raffinato dell’autore, ci regala personaggi indimenticabili. Una lettura che riempie il cuore e ci induce a riflettere, e il richiamo non è casuale, sulla “miseria e nobiltà” dell’animo umano, impedendoci di parteggiare per i buoni, mettendoci anzi spesso, pietosamente, dalla parte degli ultimi.
Giovanni Carleo è nato a Napoli il 6 febbraio 1945. Dopo aver conseguito dapprima la maturità classica e quindi la laurea in Giurisprudenza, è entrato in Magistratura. Dal 1972 al 2015 ha prestato servizio in diversi uffici giudiziari: Tribunale di Trapani, dove ha lavorato con Giovanni Falcone e Giacomo Ciaccio Montalto, entrambi uccisi dalla mafia; Procura della Repubblica di Foggia; Pretura di Aversa; Tribunale di Napoli; Corte di Appello di Napoli; e negli ultimi dieci anni, Corte di Cassazione. Ha scritto con altri autori e pubblicato sia testi giuridici, tra i quali un Commentario di diritto processuale civile che ha avuto cinque edizioni, sia un testo di storia sulla rivoluzione napoletana del 1799.