Serena è una meravigliosa bambina che ha la fortuna di nascere e trascorrere i suoi primi tre anni di vita in un luogo idilliaco, a stretto contatto con la natura. Un triste giorno d’inverno manifesta dei disturbi passeggeri per cui vengono prescritte, per precauzione, pesanti cure con conseguenze disastrose per la piccola.
Inizia così l’inutile calvario della bambina e della famiglia presso ospedali, specialisti e luminari in Italia e in Europa, nessuno riesce a capire quale malattia abbia colpito la piccola ed ogni tentativo terapeutico è vano, anzi peggiora la situazione. Disperati, i genitori ricorrono anche all’inquietante mondo di esorcisti, medium, guaritori e veggenti fino a quando i medici sentenziano che a Serena, a nove anni, restano solo sei mesi di vita.
Si sospendono le cure e ci si rassegna ad aspettare la morte, ma proprio allora la piccola comincia a riacquistare le forze e la reattività.
Animati da un profondo e tenace amore tra loro e per la loro figlia, Andrea e Lidia riescono a sostenersi reciprocamente nei momenti più dolorosi e si sforzano di costruire le condizioni di una vita familiare e sociale “normale”, nonostante tutto. In tutto il racconto traspare la profonda convinzione dell’autrice che l’Amore, per chi ci sta accanto, per quello che facciamo, per il creato e per la vita, sia la più potente arma che si possiede per resistere nei momenti più problematici e bui e per riuscire a vedere la luce, nonostante tutte le difficoltà.
Lidia Appignanesi è nata nel 1948 a Macerata, dove vive; si è laureata presso il Magistero di Perugia, corso di Laurea in Pedagogia. Ha insegnato nelle scuole medie ed elementari statali dal 1972 al 2005. Di recente ha iniziato a scrivere; in questa sua opera rievoca i momenti più vivi della vicenda che maggiormente ha segnato la sua vita: la “misteriosa” malattia e la morte di sua figlia Serena (n.14-3-1977 m. 13-12-2007).
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