Unendo una narrazione romanzata a fonti storiche, l’autore Arvit Moretti racconta la storia di Hubert der Wolf, l’uomo lupo amato e temuto da molti che, un tempo, ha vissuto e governato tra misteri e conquiste…
Arvit Moretti, nato il 29 ottobre 1954 a Presezzo, provincia di Bergamo. Giramondo fin da bambino, grazie ai genitori, ha tramutato ogni suo viaggio in una scoperta appassionante.
Per oltre un quarto di secolo imprenditore, designer e inventore di sistemi tecnologici nel campo delle gelaterie, con oltre 500 locali realizzati perlopiù nel continente europeo. Ha continuato la sua crescita personale dedicandosi alla sicurezza nel mondo del lavoro dove, anche qui, grazie ad idee innovative ha ricevuto importanti premi e riconoscimenti a livello nazionale. Autore di articoli e pubblicazioni nell’ambito della Sicurezza, valu-tatore di Sistemi Gestione Salute e Sicurezza sui Luoghi di Lavoro, formatore e relatore tecnico-scientifico in corsi e seminari.
La sua passione per i viaggi e la storia medievale lo spingono a scrivere libri incentrati su tutto ciò che ha sempre amato, cercando di accompagnare il lettore in un mondo dove la narrazione di comportamenti, abitudini e pratiche quotidiane completa quanto ci è raccontato dai libri di storia.
In copertina: un monaco-cantiniere beve del vino da una tazza mentre riempie una brocca, miniatura tratta da: Li livres dou santé di Aldobrandino da Siena (Francia, tardo XIII secolo)
Emilio Francesco D’Alessio –
Ho trovato il libro molto intersessante e coinvolgente. Numerosi i riferimenti storici, che dimostrano un’importante ed approfondita ricerca. L’autore riesce a tenere sempre alta l’attenzione, stimolando il desiderio di continuare a leggere per capire come prosegue la fantastica storia (vera?) di Hubert e Adelheid. A volte molto crudo e spesso appassionante, sopratutto quando l’autore si accinge a descrivere con dovizia di dettagli la navigazione ed il suo mondo, compreso il commercio delle merci che i due protagonisti sanno gestire con rara astuzia ed intuizione.
Ho avuto difficoltà in certi momenti a dover sospendere la lettura, che avrei gradito continuare.
Complimenti e aspettiamo la prossima pubblicazione.
Santo Consonni –
L’ho letto volentieri, ogni pagina invita alla successiva. Piacevole è risultato Il collegamento tra la storia e la sua ricostruzione attraverso la ricerca. Interessante ed efficace è la rappresentazione dei luoghi e degli aspetti socio economici che ne accompagnano le trasformazioni. Coinvolgenti i personaggi che vivono nel libro; a cominciare dal protagonista ma non solo, te li senti presto conosciuti e ti portano dentro la storia. Da leggere!
Giuseppe Mazzoleni –
Ho appena terminato di leggere il libro e l’ho trovato molto interessante e avvincente. Una bella storia d’amore tra Hubert e Adelheid inserita in un contesto ricco di riferimenti storici. Si nota come l’autore abbia scavato e approfondito le relazioni nobiliari storiche imprenditoriali di quel periodo. Un libro che consiglierei di leggere molto volentieri a tutti.
Veronica Ferrandi –
Libro interessante e coinvolgente, dal quale emerge tutta la passione dell’autore per la storia medievale. Un libro appassionante che, con i suoi riferimenti storici minuziosi e le descrizioni dettagliate di viaggi e paesaggi, ti aiuta a fantasticare su terre lontane ed epoche passate. Particolarmente avvincente ed emozionante l’evoluzione psicologica del protagonista Hubert e la sua storia d’amore con Adelheid. Impossibile non finirlo in poco tempo, una pagina vola via dopo l’altra. Super consigliato!
Roberto Vetere –
La lettura di questo originale romanzo mi ha introdotto in un coinvolgente spaccato di vita medioevale, che l’autore ha saputo illustrare sapientemente e con una strabiliante ricchezza di riferimenti e di curiosità storiche. E’ stata una lettura molto piacevole ed intrigante, dalla prima all’ultima pagina. Un bel libro, che merita di essere letto.
Vittorino Capelli –
Un romanzo che ti cala sapientemente nell’epoca medioevale, che l’autore narra carpendo l’interesse del lettore pagina dopo pagina per la realtà sociale, geografica e commerciale di rotte marine e porti di quel tempo. Tutta la narrazione è piacevole e la storia del protagonista Hubert e della sua Adelheid è appassionante. Vivamente consigliato.
Maurizio Petteni –
Leggendo il libro gli effluvi medievali alzati dalle pagine aperte mi hanno avvolto la mente e indotto una considerazione.
Come Hubert al principio siamo tutti un punto, un punto indefinito e non definente. Un punto che poi si muove e progredisce creando una linea, la vita. I più ne ipotizzano la direzione sempre in crescita, sempre protesa verso un “alto” infinito, in un esercizio materiale e spirituale, però, dispersivo e vano : solo il punto che, muovendosi, compie il gesto umile e coraggioso di curvare, di ripiegarsi e tornare esattamente allo stato di partenza chiude la linea e realizza un’area, concretizza il senso dell’esistenza. Eccolo, l’insegnamento di Hubert : nella vita, da ovunque ci si sia messi in movimento, dovunque si sia arrivati, è necessario tornare al punto di partenza, per riscontrare la propria area creata, il buon esito della propria esistenza, ed acquisire consapevolezza di cosa e di quanto si è stati artefici o si è beneficiato. E comportarsi di conseguenza. Hubert parte dal bosco, con un gesto di violenza ed alla fine ritorna al bosco, sempre con un gesto di violenza. Gesti entrambi brutali e volontari, certo, ma la consapevolezza finale della sua vita vissuta, della sua area, crea il distinguo assolutorio e liberatorio che gli consente di mutare il carattere delle due violenze, iniziale e finale: da inferta con feroce imposizione a subita con comprensiva accondiscendenza. Pareggiando i conti, restituendo ciò che era stato tolto, mettendo finalmente in equilibrio i piatti della bilancia. Per darsi senso è necessario tornare al punto di partenza, diventare consapevoli: questo è l’insegnamento di Hubert, ai suoi discendenti, ai suoi lettori ed anche al suo autore.
Appare indubbio il merito di quest’ultimo di aver aperto ad Hubert la sua bottega artigianale di falegname medievale, la sua “Schreinerei”, e di avergli dato la possibilità di esprimersi e di porsi in comunicazione con il lettore mettendogli a disposizione i migliori attrezzi dell’ ”Ars Scriptoria” a disposizione sul bancone (la sapiente dima dell’excursus storico-culturale, gli scalpelli degli avvenimenti, la raspa delle passioni, la pialla del fluire narrativo e la morsa del coinvolgimento emotivo) per consegnare nelle mani del lettore un’opera lignea (in verità cartacea, comunque cellulosica) di pregevole fattura e profumata dei boschi dell’Ahrntal,
Alida Nicoli –
Non sono una lettrice di romanzi storici, mi sono accostata a questo libro con curiosità. Dopo un inizio cruento ho abbandonato la lettura per qualche giorno per poi riprenderla e proseguire quasi tutto d’un fiato. Ho piacevolmente scoperto una storia appassionante e avvincente ben ambientata in un momento storico preciso anche documentato. Ottimo il risultato ottenuto, sicuramente, grazie a un’attenta ricerca di documenti negli archivi storici, documenti che sono stati anche ben inseriti nel romanzo. Ho trovato emozionante anche poter leggere delle lettere private scritte così tanto tempo fa. Unica nota che mi sento di aggiungere è che non mi aspettavo un finale così accelerato , quasi un’interruzione, anche sul rapporto creatosi tra Emmerick e l’impiegata Eugenia ambientato nel nostro tempo. Voglio pensare che il racconto sia stato così velocemente interrotto per riprenderlo e continuarlo con un nuovo libro che sicuramente leggerei.
Daniele –
Dopo un inizio cruento, il libro conduce il lettore in un lungo viaggio sulle sponde del Mediterraneo attraverso le varie peripezie dei protagonisti, abbandonando la violenza iniziale e dipingendo un accurato scorcio di medioevo. Particolarmente ben descritti i fondaci di Venezia, calati sapientemente nel contesto storico, e alcune manovre marinaresche da cui sembra scaturire il sapore della salsedine ed il moto ondoso del mare. Interessante ed intrigante il confronto intellettuale tra il protagonista maschile, più propenso a decisioni istintive, e la protagonista femminile, dall’intelligenza raffinata ed elegante. Alcune imprecisioni nella battitura. Trama avvincente e dal ritmo serrato. Lettura piacevole.
Giuseppe Spinella –
Una piacevole sorpresa, l’avvincente storia messa in piedi in questo romanzo ambientato in epoche così lontane ma pregne di avvenimenti storici che hanno segnato, sia in positivo che in negativo la storia del nostro paese, dall’Impero del Barbarossa , ai suoi discendenti alle Repubbliche marinare e all’interno di tutto ciò quello che era meno conosciuto, lo spaccato dei commerci marinareschi fra terre “lontane” per allora ma così vicine, perchè comunque appartenenti allo stessa Storia con la “S” maiuscola e a quella così ben intrecciata del romanzo, calata con dovizia di argomentazioni e documenti in questa “S” maiuscola.
Il romanzo che ha una primissima parte un pò “cruenta” che ti lascia un pò smarrito e pensi (almeno Io) se devi continuare o meno, subito dopo ti coinvolge e le pagine scorrono come le ciliegie (una tira l’altra). I due personaggi Hubert e Adelheid costruiti con maestria all’interno della storiografia utilizzata ti fanno capire come il cerchio della vita si chiude nel punto e nel modo con cui è iniziato e vissuto. Un romanzo che ti lascia immaginare bene quello che stai leggendo coinvolgendoti in luoghi che magari non ai visitato e la Vita avventurosa dei due protagonisti ti coinvolge a tal punto che tu stesso parteggi per loro trovando giusto anche certe scelte e vicende cruente fatte da Wolf, o che per alcuni aspetti (come l’invio della figlia Lupacchiotta a Venezia) a fare “esperienza di vita” che non ti aspetteresti per quei tempi; forse neanche oggi (con quelle motivazioni). In sintesi consiglio questo romanzo ai lettori e attendiamo la prossima uscita. Complimenti all’Autore per il bel romanzo e per lo stile usato.
Amabile Cattaneo –
Narrazione coinvolgente e appassionata che ha reso la lettura decisamente piacevole e scorrevole fin dalle prime pagine.
Notevole ed encomiabile l’attività di ricerca effettuata dall’autore per ricostruire le origini famigliari dei protagonisti; attenta e accurata la descrizione di ogni particolare del vivere quotidiano al tempo narrato, tale da consentire al lettore di calarsi completamente nelle vicende.
L’autore mostra come gli accadimenti delle epoche passate, amalgamati sapientemente alla fantasia, possano essere un forte stimolo alla lettura anche per i non amanti del romanzo storico.
Marco Donghi –
Coinvolgente é la parola appropriata per descrivere questo libro; sin dalle prime pagine ti rapisce e trasporta nella civiltà medievale. Nonostante i numerosi riferimenti storici mantiene una freschezza narrativa e, la capacità dell’autore di creare situazioni sempre nuove ed intriganti, spinge il lettore a leggerlo quasi tutto d’un fiato. Ne consiglio vivamente la lettura.