Ci sono almeno due tempi con i quali sono coniugate queste poesie raccolte in questo volume di Mariangela Caturano. Da un lato c’è il presente, un tempo fatto dal quotidiano e da alcuni suoi dettagli che colpiscono l’autrice e che vengono impressi in questi versi. Dall’altro lato c’è invece il tempo del passato che emerge con nostalgia e dolcezza, mantenendo viva una sua colorazione; spesso il riferimento al passato induce l’immaginazione a una visione in bianconero, sbiadita. Qui invece il passato ha dei colori forti, accesi, che si distinguono in maniera chiara in questa raccolta di poesie.
Mariangela Caturano ha 60 anni, dal 2015 vive a Menfi, un paese dell’agrigentino con un mare azzurrissimo, dolci colline a vigna e la cantina cooperativa più grande d’Europa. Maestra di professione, ha precedentemente vissuto a Roma dove lavorava sempre nell’istruzione come dirigente del Ministero; nell’Ufficio stampa della Moratti come responsabile delle pubblicazioni e delle trasmissioni televisive sulla riforma; con Barilla, Giunti e Legambiente in un progetto editoriale sull’educazione alimentare per le scuole, durato diversi anni.
Dopo la laurea in Scienze Biologiche, con specializzazione in Scienza dell’Alimentazione e un dottorato di ricerca, è stata in Africa, in Benin, in un progetto di cooperazione per combattere la malnutrizione.
Da bambina abitava in un piccolo paese della Ciociaria, Arpino, da cui provengono quasi tutti i personaggi della terza parte di questa raccolta. Le poesie sono state scritte tutte adesso nella dimensione paesana più serena e generosa di tempo: la prima parte della raccolta è dedicata alle percezioni di una sessantenne, al suo rapporto con il mondo dei sogni, con la musica, con le parole, con Dio, con il paese, con l’Africa; la seconda parte è il racconto di un sogno, la storia d’amore con George Harrison – chitarrista dei Beatles – di cui è grande ammiratrice; la terza parte è la materializzazione del paese dell’infanzia e dei suoi personaggi visti con gli occhi della bambina che è stata.
Rosa Maria Rina –
Ho letto le poesie di Mariangela Caturano dal titolo ho sposato George Harrison riflessioni,pensieri,sogni fantasie e ricordi scritte a pennellate variopinte come un caleidoscopio dove luci,colori e figure danzano scritte con poche parole che dicono molto al contrario di molte parole che dicono poco. Mariangela come dice lei stessa ama scolpire, distillare ritagliare le parole per dare forma all’arte,la sua poesia è danza è arcobaleno è fuoco d’artificio ad effetti speciali. Le parole sono una costruzione architettonica geniale,spontanea,musicale, ironica mai banale e spaziano nel tempo nella fantasia e nei ricordi limpidi e freschi. Mariangela ama la musica e la fotografia e sa cogliere con attenta osservazione particolari inediti della natura degli animali e delle persone caratteristiche che si ritrovano nelle sue parole. Ottima lettura ve la consiglio
Margherita Di Carlo –
La lettura delle poesie di questa raccolta mi hanno fatto intraprendere un viaggio lirico attraverso i sentimenti,i ricordi, i sogni,le incertezze,l’impronta di Dio, l’apatia,la nostalgia,la voglia di musica che caratterizzano l’anima di Mariangela. La poetessa rivela un’insaziabile voglia di esprimere profonde verità nascoste, di ricordare luoghi familiari, di esprimere il proprio io interiore a volte con simpatica ironia. In questa raccolta si intuisce inoltre l’immediatezza con la quale i sentimenti più svariati si susseguono in momenti temporali e spazi diversi. Scaturiscono poi tra le righe la malinconia nostalgica per la propria terra, il turbinio di sensazioni per l’amore, il bisogno affettivo di sentire vicine delle persone che fisicamente sono lontane. La vena poetica, infine, appare oculata nei versi che ritraggono alcuni soggetti tanto da credere di poterli vedere attraverso i suoi occhi. Complimenti Mariangela.