Nella silloge poetica di Lia De Santis risalta soprattutto l’amore, quelle emozioni che uniscono oltrepassando ogni confine, le sensazioni dai toni positivi di libertà, gioia e vitalità, accompagnate da metafore dal potere soavemente evocativo. Anche se “alla nostra morte scompaiono neuroni e sinapsi” possiamo valicare i limiti con un “tuffo nell’immensità”, ricercare la verità che illumina ogni cosa, persino la solitudine, perché ci alleggerisce con la consapevolezza.
Alcuni componimenti dell’autrice sono brevi e di impatto, altri si schiudono dolcemente come intimi racconti, altri ancora sono ricchi di riferimenti culturali, letterari, artistici, religiosi o filosofici. Emerge anche il rimando al valore dei traguardi scientifici raggiunti nel nostro tempo, quelli che si muovono di pari passo con la conquista delle libertà.
Lia De Santis è nata a Frosinone il 20 aprile 1946 da madre casalinga e padre medico. Trasferitasi a Milano per esigenze lavorative del padre, frequenta nel capoluogo lombardo il liceo classico “Tommaseo”. Trasferitasi successivamente a Roma, si laurea in Lettere presso “La Sapienza”.
È stata per breve tempo bibliotecaria alla biblioteca Braidense di Milano e titolare di un negozio di antiquariato. È stata molti anni insegnante di Lettere in varie scuole statali. Attualmente in pensione, risiede a Giuliano di Roma nella casa della nonna paterna.
Presso la stessa editrice ha pubblicato la silloge Vita.
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