Sono brevi ma intensi quadri di una spensierata fanciullezza che ci riportano indietro nel tempo e dai quali si percepisce un profondo senso di felicità e appagamento eppure di nostalgia per le cose passate e ormai perdute. Un ponte tra passato e presente che confronta, analizza e a volte critica “l’oggi” e la sua superficialità a favore di un’epoca viva più che mai nelle emozioni dell’autore ricordandosi bambino. Sono i ricordi che tengono uniti questi racconti, “sono memorie di un tempo più semplice, meno artefatto, meno condizionato da valori assurdi, meno rivolto alla ricerca affannosa di cose, denaro, alla ricerca di falsi miti che poi col passare degli anni ci rendiamo conto che non contano nulla. C’era una volta… meno denaro, meno cose, c’erano però più emozioni, anche per piccole cose e soprattutto c’era più umanità. Meno social media, ma più contatti umani, meno amici su facebook , meno mi piace, ma più amicizie vere.”
Paolo G. Celin nasce a Lendinara nell’aprile del 1957, dopo gli studi economico giuridici per oltre 40 anni presta la sua attività alla finanza d’impresa, ricoprendo anche ruoli di direzione alle dipendenze di importanti istituti di credito nazionali. Già presidente della Sezione di Rovigo dell’associazione Italia Nostra, a metà degli anni ottanta è esponente anche della Federazione Italiana Teatro Amatoriale. Ha organizzato in qualità di direttore artistico, alcune riuscite rassegne teatrali in vernacolo nel paese natio. Da sempre cultore e amante della letteratura e del teatro, in precedenza ha pubblicato nel 2018 il libro “Eroi dimenticati” che narra la storia di suo padre durante la seconda guerra mondiale, dove ha combattuto nella campagna d’africa, presentato all’Accademia dei Concordi di Rovigo. Ha scritto inoltre, negli anni ottanta e novanta, per la rivista periodica “Ventaglio Novanta” edita da Turismo e cultura.
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