[…] Nelle liriche più ripiegate dentro di sé, è predominante il sentimento religioso, specchio di una concezione della vita profondamente spirituale e devota. Il confronto con la malattia (La tua luce), con la perdita (Mosè) e con le grandi domande esistenziali (Se potessi) che inevitabilmente questi momenti di sofferenza si portano dietro, è risolto con un abbandono completo nella Fede (Grazie Dio), ma non come atto semplicistico o deresponsabilizzante in quanto riduttivo del percorso umano a mondo transeunte, bensì come moto autentico di affezione nei confronti di un messaggio cristiano che non conosce sconfitta. È salda la fede del poeta, malgrado le enormi prove cui la volontà di Dio – a noi incomprensibile – ha voluto sottoporlo: egli è una quercia dalle potenti radici, così ben inchiodata al terreno da non lasciarsi trasportare via neppure dai forti uragani della disperazione […].
Dalla premessa di Giuseppe Palladino
Veneto, di Erbè (VR), Robertino Morelato è nato il 3 agosto 1958. Dopo aver frequentato l’I.P.S.A.A. si è impiegato nell’azienda di famiglia, per poi, nel 2004, iniziare a lavorare come responsabile in un allevamento avicolo. È coniugato con Luisa dal primo marzo 1980; da quando, nel 2015, le è stata diagnosticata la S.M. progressiva, sorretto da una grande fede nel Signore ha cominciato a scrivere i suoi versi d’amore per la sua donna, la sua famiglia e per tutti i fratelli e sorelle di buona volontà.