Il volo di una farfalla è leggero, silenzioso, quasi che nessuno si accorge della sua fugace bellezza. E anche Maria, come una farfalla, è volata via silenziosa, senza che nessuno potesse mai immaginare che a porre fine alla sua vita sarebbe stata una sua scelta. Un salto nel vuoto, dal quinto piano. Un telo che la ricopre e da cui spuntano solo i piedi è l’immagine impietosa che vede la figlia che accorre dopo la telefonata del padre. Perché? È questa la domanda che lacera l’anima ai figli, al marito, a chi sopravvive alla persona che decide di togliersi la vita. Domande che non hanno risposte perché apparentemente tutto si sarebbe potuto risolvere, ma la sofferenza e la depressione a volte non lasciano scampo a cuori e menti già così fragili. In quel salto così breve, scorre tutta la vita di Maria, fin dalla sua infanzia, da quando in giovane età è diventata madre ai tanti ricordi, ai legami difficili tra le donne di famiglia spesso incapaci di esprimere i loro sentimenti. La vita come un film scorre veloce davanti agli occhi negli ultimi istanti di vita e il tempo porta via con sé anche una parte della vita di chi resta.
Loretta Albertin è nata nel 1961 a Vercelli, ma le sue radici sono venete, del basso Polesine. I suoi genitori si sono trasferiti in Piemonte negli anni ’50 e fin da piccola il suo sogno era quello di fare la maestra ed è riuscita a realizzarlo appena diplomata. Ormai sono quasi quarant’anni che insegna nella scuola primaria, un lavoro che continua ad amare. Ha iniziato in una piccola scuola di montagna, lontano da casa, con sette bambini di tutte le classi. È sposata felicemente, ha tre figli e la vita le ha regalato molte gioie, ma anche profondi dolori. Qualche anno fa ha iniziato a scrivere, ama leggere, viaggiare e stare a contatto con la natura, infatti vive in campagna, ed è un’ottima cuoca. Ha viaggiato molto in Europa con la sua famiglia con il camper alla ricerca di luoghi isolati e sconosciuti.
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