Una voce narrante introduce il lettore, con il pretesto di qualche pagina stralciata da un diario, in un tratto di vita di una donna: una vita apparentemente semplice, che si rivelerà in realtà piuttosto fuori dall’ordinario. La protagonista è una ragazza che cerca di capire cosa sia davvero l’amore, di cosa sia fatto, e se davvero ne siamo capaci, e quando crede di averlo trovato in sé e di averne una precisa idea si rende conto che questa sua idea ed il suo senso hanno difficoltà ad affermarsi nel mondo e con suo grande sgomento spesso non trova rispondenza neanche nel suo matrimonio. Lei però non si arrende e lotta con ostinazione per realizzare quello che ritiene molto più che un sentimento, ma la forza stessa della vita e nel contempo esplora il suo mondo di dentro per realizzare ciò che è, quello che l’ha portata al mondo. Il narratore mostra i momenti salienti della sua storia, quelli che la segneranno facendola maturare. In breve il lettore assiste alla costruzione stessa di un’esperienza di vita, il succedersi degli eventi di un’esistenza e la donna che va definendosi fino a raggiungere la consapevolezza e la realizzazione di sé e della sua vocazione scrivendo un romanzo in cui afferma i suoi valori e che ogni vita è unica e preziosa e che ciò che conta è l’amore che ci si mette dentro.
Questo romanzo che intreccia miracoli ed ordinaria quotidianità nasce dentro il racconto, ed il lettore lo vede sbocciare come un dono magico, ed un tratto è lui stesso nel viaggio, un viaggio che ciascuno di noi compie a suo modo nel nostro mondo di dentro là dove ogni cosa si raccoglie e dove è racchiuso il nostro stesso senso.
Anna B. è nata e vissuta per gran parte della sua vita in un paesino del meridione d’Italia, da cui si è allontanata solo per frequentare l’università. Ha speso la sua vita dividendo il suo tempo tra il lavoro presso un istituto di credito e la cura della sua famiglia e della casa. Nelle poche ore che è riuscita a ritagliarsi s’è dedicata alla lettura ed alla scrittura, ma non ha mai pubblicato nulla perché niente di ciò che scriveva le sembrava mai “abbastanza”; fino ad oggi, nell’età in cui si comprende il soverchiante potere delle parole ed il grande valore del silenzio, le pare di aver trovato il modo giusto “per spargere il tesoro raccolto lungo la strada”; narrando di una vita semplice, per quanto una vita possa esserlo, lasciandovi indugiare lo sguardo per “sentire”, capire tutto ciò che c’è da comprendere in una storia di ordinaria umanità.
Ha scelto l’anonimato perché ciò che conta è il viaggio di cui troppo spesso siamo nocchieri distratti.
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