Raccontare la tragedia dei bambini di Cernobyl attraverso una storia d’amore.
“Arrivano con occhi stanchi e spaesati Sono passerotti smarriti in cerca di tenerezza e sicurezza Dopo pochi giorni esprimono serenità Alla fine sprigionano una immensa felicità Quando ripartono per tornare a casa Sono come una fontana di lacrime Comunicano tutta la loro immensa gioia Per manifestare l’amore che hanno ricevuto E quello che ci hanno lasciato.”
Emilio Vanoni è nato a Ferrera di Varese il 20 aprile 1945. Ha trascorso la sua infanzia a Cuvio frequentando poi le Scuole Medie Inferiori presso il Collegio dei Salesiani San Luigi di Intra e le Scuole Medie Superiori a Varese presso l’Istituto Francesco Daverio. Figlio di genitori umili, madre casalinga e padre artigiano fabbro, è stato iscritto al P.C.I. dal 1974 sino al 1990, anno in cui il partito è stato sciolto, ricoprendo il ruolo di segretario della sezione locale e di Consigliere Comunale di Induno Olona. Negli anni ‘80 ha ricoperto l’incarico di responsabile del Coordinamento dei Comitati per la Pace a livello della provincia di Varese, contro l’installazione dei missili a Comiso. Dal 1996 partecipa alla attività del Comitato Cernobyl di Induno Olona, di cui è presidente dal 1998. Attualmente è impegnato sui temi della immigrazione. Sul suo balcone, sino a pochi giorni fa aveva posto uno striscione con scritto “Accogliere i migranti – dovere umanitario.” Oggi di fronte a questa nuova crisi ha posto uno striscione con la scritta: “Pace, libertà, democrazia per la Bielorussia – dialogo, nonviolenza, amore.”Ospitando i bambini di Cernobyl tutti noi avevamo un sogno: promuovere la pace e la fratellanza tra tutti i popoli europei, un sogno che gli ultimi avvenimenti politici sembrano far svanire.
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