La recente pandemia ha costretto ciascuno di noi a stare chiusi nelle proprie case ed ognuno ha potuto sperimentare modi diversi per occupare un tempo molto generoso a nostra disposizione. C’è chi l’ha vissuta come una reclusione e chi invece, come l’autrice, l’ha apprezzata come una ritrovata libertà: libertà dal tempo che ci costringe a correre e ad incastrare quante più cose possibili nell’arco della giornata. “Vivere per sé, riscoprendo la sua natura e i suoi desideri più genuini.” Così l’autrice, con questi racconti, libera la sua fantasia, ci regala dei piccoli quadri descrittivi di vita quotidiana conditi da una sorta di ironico cinismo sia nello svolgimento sia nel finale e ci stupisce con conclusioni che non ci aspetteremo mai.
“Provò quindi una sorta di stupore misto a incredulità rispetto questa nuova libertà cui si stava affacciando, e riaffiorò la sensazione di un tempo, infantile, ancora ineducato alla percezione di se stesso. Le ritornarono alla mente dei ricordi, ricordi di giorni passati, vissuti in prima persona, della sua infanzia e della sua adolescenza durante le quali non si ritrovava più. Da adulta era una persona che non si regalava un momento di stop, correre era il suo imperativo. Appuntamenti, incastri, orari da rispettare, tabelle di marcia, una corsa ad ostacoli scandita da un cronometro impietoso che era contemporaneamente giudice e premio in questa gara con se stessa.”
Paola Monari, nata nel 1976, vive e lavora a Brescia. Medico specializzato in Dermatologia, ha scritto questi racconti durante la quarantena forzata, durata quasi due mesi, a causa di una forma lieve, ma prolungata di Covid-19.
cigolinidrfrancesco@virgilio.it –
Mi ha colpito subito l’aggettivo bislacco. E è proprio così. Questi racconti sono ben scritti, hanno una lettura fluida che ti porta a proseguire, una punta di cinismo e molta intelligente ironia. Una sorpresa, consiglio vivamente
Dartagnan1864 –
I racconti rappresentano tante istantanee di ciò che è stato ed è tuttora il periodo del Covid. Una sorta di mostra fotografica degli stati d’animo e dei comportamenti: la paura, l’ansia, la noia, la meschinità, la mancanza di rispetto per gli altri, ma anche, negli aspetti più solari, la gioia, la curiosità, la sorpresa, la solidarietà, la riscoperta di se stessi e dei nostri silenzi. Le contraddizioni della vita.
Molto simpatico e divertente il meccanismo narrativo che quasi sempre fa terminare l’episodio con un colpo di scena, grazie all’espediente di condurre il racconto secondo un preciso significato che viene invece completamente ribaltato nella chiusa finale. Fra i più riusciti, sicuramente la modella – gatta!
Fra i miei preferiti, I guanti blue, a mio avviso il migliore dei racconti, per svolgimento, contenuto e descrizione del personaggio, oltre all’arma di difesa, Far West, Amori al tempo del Covid. Quest’ultimo purtroppo così drammaticamente potente ed efficace, nelle sue poche righe, nel ricordarci le numerose violenze domestiche di questi mesi, altro effetto perverso della “cattività”. Brava Paola!