Quello che riusciamo a leggere tra queste pagine è un approccio filosofico all’amore, che non significa tanto un “filosofeggiare” sulla tematica quanto parlarne come si farebbe appunto con l’amore, con estrema delicatezza, bellezza, intensità, riuscendo, in una concisa esposizione, a riportare la declinazione infinita del più forte degli elementi, trasmettendoci vividamente la sua potenza quasi metafisica. A farci emozionare nella lettura è questa voglia di palesarci una verità che sembra evidente agli occhi del nostro autore e che altrettanto chiaramente viene mascherata, dunque invalidata, sminuendola di tutta la sua potenza.
Emanuele Apice si diploma al liceo classico di Civitavecchia (RM) e dopo essersi laureato alla triennale e magistrale in Ingegneria delle Telecomunicazioni, trova sé stesso e comprende che il suo compito è un altro. Si diploma in Shiatsu, incontra maestri di fama internazionale e lavora privatamente aiutando le persone con trattamenti olistici. Nel 2013 ha un grave incidente con gli sci. Finisce in terapia intensiva e grazie ai medici e allo Spirito Divino si salva. Da quel giorno nasce in lui la passione per la recitazione e il bisogno di far comprendere agli altri che per raggiungere la felicità eterna e migliorare la società è necessario scoprire sé stessi. Dopo aver pubblicato l’opera Diólia – Lume della profonda esistenza, compone questa silloge di poesie e riflessioni.
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