[…] La poetessa non mostra alcun interesse nel voler apparire incomprensibile: rifugge l’artificiosità del linguaggio, l’espediente retorico, il vuoto formalismo delle gabbie metriche, per baciare, al contrario, le labbra carnose della natura più bella e armoniosa. Si direbbe, per contrasto, che è nella semplicità degli odori e dei sapori, nell’essenzialità dello spirito, nell’immediatezza della sincerità, nella lezione della tradizione, il ‘posto’ in cui trovar conforto e ristoro. Ne viene fuori una poesia scarna, non assolutamente narrativa, molto nubivaga e dolorosa, eppure in grado di evocare suggestioni capaci di comunicare e suscitare forte empatia. […]
Dalla prefazione di Giuseppe Palladino
Agnese Maria Garzia è nata ad Agrigento il primo maggio del 1978. Si è diplomata in grafica pubblicitaria e ha frequentato l’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” di Perugia. A diciannove anni è tornata in Sicilia e ha iniziato a collaborare come freelance per diverse riviste nazionali. Dopo l’incontro con lo scultore Francesco D’Alconzo, si è occupata della Prefazione al Manifesto dell’artista (pubblicato nel 2019 su un’importante rivista di settore) e ha cominciato a dedicarsi esclusivamente alla composizione delle proprie opere letterarie. Ardesia è la sua prima silloge.
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